Dr. Shiniki Suzuki

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Chi è Shiniki Suzuki


  • Shiniki Suzuki nacque a Nagoya nel 1898. Era l'epoca dell'imperatore Mutsuhito, il quale, di tendenze progressiste rispetto ai suoi predecessori, apriva il Giappone agli scambi con la civiltà europea (si iniziò a studiare l'inglese e a conoscere la musica occidentale).

  • Il padre di Suzuki, discendente da una famiglia di Samurai che possedeva una fabbrica di Shamisen (liuto giapponese con manico lungo), aprì una fabbrica di violini europeizzando così la tradizione familiare la fabbrica giunse presto a produrre ben 66.000 violini all'anno).

  • Il giovane Shiniki fu mandato alla scuola commerciale: avrebbe dovuto poi aiutare il padre nella gestione della fabbrica, ma egli fu attratto dal violino che cominciò a studiare di nascosto.

  • Nonostante la modernizzazione in corso infatti, la mentalità del Giappone era ancora legata allo schema di una società divisa in classi aventi ciascuna ambiti di attività propri. Lo studio e l'esecuzione della musica erano quindi considerate occupazioni per gente povera e non colta, non adatte alla classe a cui apparteneva Suzuki. La sua salute cagionevole lo portò a trascorrere un lungo periodo in campagna, a casa di uno zio, famoso maestro Zen, che aveva presso di se come allievo, il marchese Tokugawa, uno degli ultimi discendenti Shogun. Fu questi che aiutò Suzuki a realizzare il suo sogno: lo portò con se in Europa, ufficialmente come accompagnatore, in realtà per fargli completare a Berlino lo Studio del violino e per approfondire la sua conoscenza della cultura occidentale.

  • A Berlino Suzuki conobbe i personaggi più importanti della cultura europea attraverso Einstein, di cui fu amico. Il grande scienziato suonava il violino dall'età di sei anni e riteneva la musica forza motrice di tutte le sue scoperte. In questo ambiente stimolante, a contatto con artisti, letterati, scienziati di grande fama, (ma, come con stupore ebbe a notare, incredibilmente modesti e semplici) cominciò a prendere forma il secondo sogno di Suzuki: dopo essere diventato violinista e aver fatto tesoro del prezioso bagaglio musicale dell'Occidente, volle rendere partecipe della sua conquista il maggior numero possibile di persone. Cominciò così a pensare alla possibilità di creare un metodo che facesse della musica un linguaggio universale, alla portata di tutti. L'attuazione del suo disegno incontrò non poche difficoltà (fra cui la grande depressione, la guerra, una grave malattia}, ma ebbe uno sviluppo costante e momenti entusiasmanti.

  • La sua attività didattica iniziò nel 1929 in Giappone: il suo primo allievo fu il famoso violinista Toshyo Eto. Nel 1932 organizzò il primo concerto di bambini, con trenta elementi. Nel 1945 fondò la prima scuola, a Matsumoto: cinque allievi e un solo violino. Nel 1950 l'applicazione del suo metodo si era estesa a dismisura e per evitare il conseguente calo di qualità Suzuki istituì un centro direzionale per l'istruzione degli insegnanti. Nel 1952 gli allievi erano 152 e cominciavano ad essere famosi. In varie tournées in Europa e in America essi conquistavano le platee e attiravano l'interesse del mondo musicale sul nuovo metodo. Pablo Casals si recò in visita a Matsumoto e con commosso stupore commentò uno di questi concerti di bambini con la famosa frase: "Forse sarà la musica a salvare il mondo".

  • Era questa la profonda intenzione di Suzuki: egli non voleva creare grandi professionisti (benché poi in realtà molti "grandi" provengano dalla sua scuola), bensì contribuire con la musica all'educazione interiore dell'uomo, sviluppando abilità nascoste che possono dare qualità alla vita.

  • Nel 1968 all'Assemblea delle Nazioni Unite Suzuki lanciò un appello per una politica mondiale di formazione, educazione e cura del bambino in cui la musica avrebbe avuto un posto di primo piano. Da centinaia di anni, egli disse, il "cantore" dell'Imperatore è l'usignolo, uccello selvatico che impara a cantare solo se sin dai primi giorni di vita è messo vicino ad un altro uccello abile al canto, detto "maestro cantore"; e poi spiegò meglio: "non si può forzare la crescita di una pianta tirandola all'insù: bisogna offrire ad essa le condizioni migliori per crescere."

  • Il dott. Suzuki è morto il 16 gennaio 1998.

Elio Galvagno con il Dr. Shiniki Suzuki:

 


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